Grano duro

Sale il prezzo del grano duro mentre le scorte diminuiscono

Secondo i dati emersi durante i Durum Days le scorte di grano duro risultano diminuire del 27% mentre i prezzi aumentano del 25%. La domanda del grano italiano è sempre più in crescita.

Durante il periodo di pandemia da Coronavirus il settore del grano e della pasta ha reagito bene all’emergenza, garantendo la fornitura in maniera costante, seppur con costi di gestione molti più elevati rispetto a prima.

Tutto ciò ha dato vita a non poche preoccupazioni in quanto le scorte a livello mondiale continuano a calare.

Questo è quello che è risultato durante i Durum Days 2020, l’evento che ogni anno permette il confronto tra tutti i protagonisti della filiera con lo scopo di prevedere l’andamento della prossima campagna produttiva. In questa quinta edizione il confronto si è verificato via web, il 26 maggio. Hanno partecipato all’evento Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food, con la collaborazione del CREA e di Areté.

I consumi della pasta salgono e scendono

L’istituto di ricerca Areté ha presentato per l’occasione uno studio sulla filiera di grano duro, secondo il quale si prospetta in un futuro prossimo, una situazione molto imprevedibile. La grande distribuzione ha visto crescere i consumi di pasta del 24% tra Marzo e Aprile. I consumi massimi si sono registrati nel mese di Marzo e sono calati parecchio per il mese di Aprile fino ad assestarsi.

Nel momento di maggior richiesta l’industria del grano ha dovuto per forza di cose adattarsi alla situazione, aumentando i propri standard di produzione. Basti pensare che la produzione di semola ha avuto una crescita del 15% nel periodo di COVID. Alcuni pastifici inoltre hanno raggiunto un livello di produzione superiori addirittura del 100% rapportati ai propri standard.

L’aumento dei costi di produzione è stato determinato dall’introduzione delle procedure per garantire la sicurezza dei lavoratori e delle produzioni, nel rispetto delle indicazioni del Governo.

Calano le scorte di grano duro

Secondo gli studi svolti da Areté, per soddisfare la grande domanda da parte dei consumatori nel periodo di lockdown, la produzione di pasta è stata molto elevata. Ciò ha causato un calo di scorte di grano duro che ha raggiunto i minimi storici degli ultimi 10 anni.
Secondo le previsioni il calo aumenterà ancora nella prossima campagna, raggiungendo il 27%.

Nonostante l’aumento del 6% delle superfici seminate in Italia, il mercato
rimane scarsamente rifornito. La preoccupazione più grande da parte dei produttori riguarda il periodo prolungato di siccità che potrebbe mettere in serio pericolo la qualità del raccolto.

Tutte queste vicissitudini hanno spinto i consumatori a richiedere frumento di qualità e di origine italiana. Si prospetta quindi un mercato che vedrà come protagonisti prodotti qualitativamente alti, e con un contenuto proteico molto elevato.


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